L’importanza del tono, l’importanza di mettere i punti interrogativi alla fine delle frasi.
L’alternativa è essere fraintesi, scambiare una richiesta per un ordine o peggio per un’offesa.
Succede così che una domanda innocua “Ma facisti a pignolata?” diventi un’esclamazione di disappunto.
Colpa anche di una frase che ha due significati opposti, da una parte una pacifica richiesta rispetto allo stato di avanzamento di un ordine, dall’altra un’espressione colorita.
“Mi hai rotto! Basta”, è questo che significa “Ma facisti a pignolata” nel dialetto reggino.
Mi hai proprio rotto le cosiddette.
Una domanda o un’offesa, lo dicevamo all’inizio. Dipende dal tono in cui è detta la frase.
Sarà stato il nervosismo da Coronavirus, la fila alla casa o un semplice momento di frustrazione, fatto sta che chi ha effettuato la domanda ha dimenticato il tono interrogativo alla fine della frase.
E che il pasticciere destinatario dell’invettiva non l’abbia proprio presa benissimo.
Da qui una rissa paurosa che ha coinvolto gran parte degli astanti.
Spintoni e vetrine infrante, e un bilancio pesantissimo.
Quattro vassoi di pignolata persi e quindici cornetti da buttare.
Tutto per una domanda mal posta.