“Chi minchia sta’ vardandu?”
“E tu cu cazzu si?”
Sono queste le parole non dette del dialogo immaginario che da quattro giorni sta tenendo col fiato sospeso Taurianova.
‘Cosa guardi?’ ‘Ma tu chi sei?’ è, infatti, quello che si stanno dicendo con gli occhi Mariano P. e Francesco B., entrambi 25enni originari della Piana di Gioia Tauro.
Nessuno dei due, a quanto pare, è disposto a darla vinta al dirimpettaio abbassando per primo lo sguardo.
È una storia antica quanto la Calabria quella degli incroci di sguardi tra gli uomini, una storia di dimostrazione di forza e dominio territoriale.
Come nel mondo animale, il primo che abbassa gli occhi dichiara di sottomettersi.
Motivo per cui Mariano e Francesco continuano a guardarsi ininterrottamente da 96 ore.
Manovale di Delianuova il primo, studente fuoricorso di Oppido Mamertina il secondo, intorno a loro si è creato in queste ore uno stuolo di curiosi e amici.
“Mariano non molla, vu putiti cacciari ra’ testa”, assicura Emilio, compagno di banco di medie e superiori del giovane deliese.
“Na’ vota a scola passau nu semestri vardandu u vicepresidi!”
Un semestre intero a guardare negli occhi il vicepreside, numeri da Guinness dei Primati!
“Me figgiu non ‘mbascia l’occhi mancu davanti o Papa”, rilancia orgoglioso il padre di Francesco accorso a Taurianova da Oppido per riportare il figlio a casa per il pranzo.
“Siamo qui da due giorni con mia moglie, gli abbiamo portato parmigiana, cotolette e panini. A casa pure il nonno e la badante fanno il tifo per lui!”
Due ragazzi agguerriti, insomma, il meglio che la nuova generazione di ventenni calabresi ha da offrire in termini di orgoglio e attaccamento alle origini.
“Abbassare lo sguardo mai, non se ne parla proprio!” fanno eco da entrambi gli schieramenti.
Sono dei ‘Ma cu cazzu ti senti?’, ‘A cu’ apparteni?’, ‘Ti mangiu u cori!”, urlati con le pupille.
In una sfida dai risvolti ipnotici – e forse psichiatrici – che sembra ben lontana dal risolversi in tempi brevi.