“Per il loro studi pioneristici sulla teoria del reddito. Per aver dimostrato attraverso la pratica, l’assenza di un nesso causale tra reddito dichiarato e stile di vita ostentato; gettando così le basi per nuovi studi economici di una società dove il valore del denaro e dei beni materiali è sempre più marginale e insignificante”.
È con questa pregevole motivazione che l’Accademia svedese ha assegnato, questa mattina, l’ambito premio Nobel per l’economia ai compari calabresi.
“Le loro applicazioni della teoria dell’Isee zero, unita ad acquisti di lusso, dimostrano una volta in più l’ormai avvenuto superamento delle dottrine economiche tradizionali che legano i consumi al reddito. Questi autentici maestri di vita ci stanno letteralmente insegnando a vivere senza una fonte di guadagno, ridisegnando il concetto stesso di divisione tra tempi di lavoro e tempi di vita tanto care a Marx ed Engels”.
Destinatari di queste lusinghiere parole sono proprio i cosiddetti favazza calabresi, giovani viveur che stanno rivoluzionando il mondo dell’economia.
Sotto i riflettori della comunità scientifica è finito i loro stile di vita contraddistinto da nessuna fonte di reddito, ma da un’alta propensione agli acquisti.
Dichiarare zero, dunque ufficialmente non percepire alcun introito da attività lavorative, e poi girare con auto di grossa cilindrata con indosso vestiti costosi è stato considerato meritorio del più alto riconoscimento mondiale in materia economica.
“Abbiamo osservato e cercato di capire come, individui che sulla carta erano poveri, sgommavano a bordo di Rav4 sull’altopiano del Poro; oppure facevano acquisti senza plafond nei centri commerciali di Siderno e Gioia Tauro. Clamoroso è stato il caso di un disoccupato di Amantea che cambiava rolex in base alla nuvolosità del cielo, senza contare il cassaintegrato di Melito Porto Salvo proprietario di due fuoribordo da 400 cv”.
Una contraddizione in termini monetari, un’autentica rivoluzione sul piano fiscale e keynesiano.
Un’altra medaglia, questa volta color (compro) oro luccicante, da appuntare sul petto della nostra regione.