Dopo Pasquetta e il 25 aprile, è ufficiale: salta anche il 1 maggio.
Nonostante il tentativo in extremis della Governatrice Santelli di aprire tutto alla vigilia della Festa del Lavoro, l’opposizione di cittadini e sindaci è stata fondamentale.
La quarta festa nazionale dei calabresi, dopo Ferragosto, Natale e Pasquetta, è dunque rinviata all’anno prossimo.
Niente sveglie all’alba e partenza intelligenti, nessuna occupazione coatta di aree picnic, neanche l’ombra di una grigliata e di una partitella a calcio in pieno coma diabetico.
Ma qualcuno non riesce proprio a rinunciare ai rituali delle giornate di festa e si organizza come può.
È il caso del 40enne reggino che, per rivivere i fasti della scampagnata sulla Jonica, si è incolonnato di buonora nel corridoio di casa sua.
“Mi ricorda le lunghe file sulla ss106. Quanto mi mancano! Come eravamo stupidi ad arrabbiarci, allora”.
Già le mitiche file chilometriche sulla Statale, dopo due mesi di quarantena mancano anche quelle.
E qualcuno si pente di quella volta in cui ha detto che il 1 maggio non lo avrebbe più festeggiato per la troppa confusione.
Altro che.
“Potessi tornare indietro nel tempo rimarrei incolonnato tutto il giorno”.
Saremo migliori dopo questa esperienza? Chissà!
Di sicuro non ci lamenteremo più del traffico e delle corse per accaparrarci l’ultima panchina libera sotto la pineta.