“Nonna, stasera non rientro a casa per mangiare…”
“Comu bellu? Chi dici, gioia?”
Una conversazione comune a tante famiglie calabresi nelle ore che precedono la cena. È iniziato così, in un tranquillo pomeriggio di fine ottobre, l’Halloween di sangue calabrese.
Un aggiornamento normale, una comunicazione di servizio: per cena non mangio a casa.
Un problema, in realtà, molto sentito, un argomento sempre delicato: avvertire che questa volta si preferirà mangiare fuori.
“Nonna, ti sto dicendo che stasera non mangio a casa: ceno al McDonald’s con i miei amici”
“Mec, cui?”
“Al locale americano, andiamo a mangiare due hamburger con i cetrioli e le patatine fritte”.
Uno scherzo, doveva essere solo un fottuto scherzo, e invece qualcosa è andato storto.
“O Mecchidonald? Ma chi cazzu va ricendu?”
Può un’innocua e docile nonnina trasformarsi in una bestia scatenata la notte di Halloween?
Se il nodo del contendere è il mangiare, la risposta è sì. Assolutamente sì.
“Tu non vai a nudde ‘e parti! Che il polpettone è già nel frigo e va consumato entro oggi!”
Tu resti a casa, bello! Che la cena è già pronta e tu non solo mi hai avvertito tardi, ma per di più vai a mangiare m*** al fast food a stelle e strisce.
“Ma nonna, ormai siamo organizzati con i miei amici…”
Il nipote che vuole andare fino in fondo allo scherzo e la nonnina che, a quel punto, si arma di un coltellaccio da cucina e decide di passare dalle parole ai fatti.
“Ti squartu!!”
Una tragedia familiare per fortuna sventata all’ultimo istante dalla confessione e dall’abbraccio del giovane.
“Nonna, stavo scherzando! Ma secondo te rinuncerei mai al tuo polpettone per un panino al McDonald’s?”
“No sacciu, figghiu. Sicuru non ci arrivavi vivo!”