“Quando ho visto quella foto non volevo credere ai miei occhi! Davvero: non ci ho visto più” esordisce così Piero F., dirigente medico dell’Asp di Cosenza, ai microfoni di un’emittente locale calabrese.
“Tutto quel nero di seppia nel lavandino…non mi ci faccia pensare, il licenziamento è stato un atto dovuto. Si è trattato di un comportamento superficiale e non in linea con i nostri standard”, ha rincarato la dose uno dei responsabili del nosocomio calabrese.
Sollecitato dal giornalista, il dirigente è entrato nei dettagli del provvedimento, specificando le ragioni profonde di una decisione sofferta, ma in ogni caso dovuta.
”È davvero inammissibile buttare via tutto quel nero di seppia con cui potresti condire, che ne so, una pasta, magari degli spaghetti. Dico: sei un chirurgo, un professionista. Hai gli strumenti per operare in tutta sicurezza ed efficienza. Diamine, organizzati un attimo! In reparto abbiamo in dotazione vari contenitori sterili: ci sono vasetti, buste, bicchieri di ogni taglia e forma. Un modo per raccogliere l’inchiostro di quella seppia insomma lo avresti potuto trovare. Non lo butti certo in fondo allo scarico.”
Parole pesantissime, quelle del dirigente. Un provvedimento mirato a stigmatizzare e punire un comportamento che rischiava di portare altro discredito alla già martoriata immagine della Sanità calabrese.