“Mi sono rotto le palle di votare per amici e parenti: basta!”
Inizia così lo sfogo di Francesco, una vita di scelte elettorali imposte dall’alto.
“Per anni ho dovuto votare per mio cugino, ex assessore comunale, poi è stata la volta di mio nipote, suo figlio. Quindi è stato il turno del vicino di casa, del collega di lavoro e pure del postino. Non ce la faccio più”.
Urla la sua rabbia in pieno Corso cittadino, ha appena mandando al diavolo l’ennesimo candidato che gli ha chiesto il voto.
“Voglio votare chi dico io stavolta. Leggerò i programmi e deciderò”.
E così che Francesco, cittadino di Reggio Calabria, è stato sottoposto a TSO.
‘Un pazzo delirante’, è stato descritto così dagli operatori del 118 che sono intervenuti dopo varie richieste di intervento.
“Stava dicendo cose senza senso”, racconta Piero, storico edicolante del Corso Garibaldi.
“Voleva votare leggendo i programmi, ma che sono ‘ste cose? Non le abbiamo mai sentite!”
Prelevato e messo in sicurezza il pazzo, la quiete è finalmente ritornata nel salotto buono della città.
Cosicché i vari candidati, nascostisi durante lo sfogo del signor Francesco, hanno potuto riprendere la loro campagna elettorale a colpi di “Ma viu ieu” e “U cafè è pavatu”.