Che il calcio per gli italiani fosse una questione vitale era arrivato a capirlo anche Winston Churchill. Fu durante uno dei suoi viaggi nel Belpaese infatti che il celebre statista inglese coniò la celeberrima frase:”Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre”.
Chissà cosa avrebbe pensato oggi della storica decisione della FIGC che, in concerto con il Governo, ha deciso di risolvere l’annosa questione del capoluogo calabrese proprio con una… partita di calcio.
Già perché la decennale diatriba Reggio Calabria-Catanzaro conclusasi con la spartizione tra le due città di Giunta e Consiglio regionale, e con una designazione a mezza bocca di Catanzaro come capoluogo – decisione d’altra parte mai realmente riconosciuta dai reggini – verrà ufficialmente risolta sul rettangolo verde.
“Pensiamo ci siano finalmente le condizioni per uno scontro di pari livello”, fanno sapere da via Gregorio Allegri a Roma.
“Dopo anni in cui a prevalere era una delle due squadre, quest’anno le due formazioni stanno finalmente gareggiando alla pari. Il Catanzaro è quarto in classifica e la Reggina è sesta. Gli amaranto hanno sì 8 punti di differenza sui giallorossi, 6 se consideriamo la penalizzazione, ma la squadra è in grande ascesa, forte della nuova proprietà e dei rinnovati obiettivi”.
“Strambelli, Baclet e Bellomo sono giocatori di livello. Certo manca ancora l’amalgama, ma sentiamo di aver preso la decisione giusta”, conclude il dirigente.
E in effetti confrontando i valori in campo non c’è da dargli torto.
Da una parte una formazione, il Catanzaro, piazzata ormai stabilmente nella parta alta della classifica, fresca anche della vittoria esterna in Coppa Italia di serie C sul difficilissimo campo del Catania.
Dall’altra la Reggina, a un passo dal fallimento neanche un mese fa e adesso rilanciata da un presidente ambizioso che si è presentato in città con sette nuovi acquisti. Giocatori di categoria superiore che hanno, come nel caso di Bellomo e Baclet, già fatto la differenza nelle partite disputate.
Gli animi nelle due città sono già surriscaldati da giorni. Sfottò e battute al vetriolo che non hanno risparmiato neppure alcuni esponenti politici come l’assessore di Reggio Nino Zimbalatti che su Facebook si è lasciato andare a dichiarazioni non proprio politically correct.
Ed una decisione, come quella di assegnare il capoluogo alla vincente dell’incontro, che non fa altro che gettare altra benzina sul fuoco.
“Ci riprenderemo quello che è nostro. Dopo essere diventati i padroni dello Stretto saremo anche i padroni della Calabria!” tuonano dalla curva sud reggina.
“Arriveremo in massa a Reggio, il settore ospiti non basterà: dateci tutta la curva nord”, minacciano gli ultras catanzaresi.
La politica che diventa tifo, una partita di calcio che diventa questione di vita o di morte.
Ruoli che si sovrappongono e si invertono.
D’altronde in Calabria ci siamo abituati e i politici questo lo sanno bene.
Comunque andrà la partita, i vincitori saranno sempre loro: da quando Reggina e Catanzaro vincono, non si parla più di disoccupazione, degrado ambientale e manutenzione stradale.
Panem et circenses’ per parafrasare i romani.
Con buona pace di Winston Churchill.