La passione per le decorazioni di Natale non ha confini e non ha età, è risaputo.
Come è noto quanto ogni anno si anticipi di qualche giorno il rito degli addobbi.
Alberi di Natale e luminarie che fino a poco tempo fa si allestivano l’8 dicembre e che invece, adesso, illuminano case e strade delle nostre città da metà novembre.
Facciate dei palazzi, come quella di Paolo, cinquantacinquenne reggino, interamente ricoperte di luci intermittenti. Settemila e cinquecento, per l’esattezza.
Lampadine gialle e rosse, Babbi Natale che si arrampicano, ghirlande luminose e vere e proprie luminarie ad arco, si intervallano tra balcone e terrazzo
Luci che, se accese tutte contemporaneamente, assorbono il fabbisogno energetico di un paese di medie dimensioni.
Impianto elettrico ovviamente collegato abusivamente al palo della corrente giù in strada. Tanto che basta un pulsante e…tac, salta la luce di tutto il comprensorio fino giù al lungomare.
“Ho esagerato quest’anno, scusate”, ha ammesso in modo onesto, c’è da dirlo, Paolo.
“Credevo di fare un servizio di pubblica utilità ma ho esagerato le luminarie”.
Eh già, corto circuito e centraline elettriche di Reggio Calabria in tilt.
Però almeno, c’è da dirlo, ci siamo evitati la tamarrata di quella facciata super illuminata.