É una storia assurda quella che vi raccontiamo, una storia di galanteria calabrese dai risvolti inquietanti.

Una mattina come tante, un bar e tabacchi che prima di pausa pranzo si affolla di clienti.

Chi compra le sigarette, chi prende un tramezzino, chi pensa sia arrivato finalmente il momento in cui quella maledetta macchinetta si è decisa a scaricare e le immancabili richieste di ‘Gratta & Vinci’.

Come un rituale, centinaia di persone che ogni giorno tentano la fortuna che li affranchi dal lavoro salariato e da una vita, specie al sud Italia, fatta di stenti e sveglie all’alba.

Due persone in fila: un uomo che indugia davanti alle pile colorate di tagliandi e una donna, arrivata dopo di lui, ma con le idee ben chiare.

Un momento di imbarazzo, uno sguardo fugace e poi le paroline magiche, pronunciate con un accenno di occhiolino: “Prego, faccia lei. Scelga pure, prima le donne!

Un gesto di galanteria fatto senza secondi fini, o forse no, quello di Pino, assiduo giocatore con alle spalle una storia di schedine saltate al 97esimo e Gratta & Vinci persi, guarda caso, per un numero.

Tu hai il 37 tra i numeri vincenti e le 500.000 euro sono sotto il 36.

Guarda tu! Che sfortuna, oh!

Ed ecco che Pino, una vita di rituali e scongiuri, corna e grattamenti,  cede il posto all’avvenente signora, contravvenendo a tutte le regole dello scommettitore scaramantico, e le consegna un Gratta & Vinci che doveva essere in realtà il suo.

Una pazzia, una deliberata e lucida follia.

Pino e la signora, con i biglietti scambiati, che si apprestano a grattare.

Occhi negli occhi, un filo di sudore sulla tempia dell’uomo, il terrore di aver fatto una cazzata – la cazzata della vita. Per cosa poi? Per un gesto disinteressato e manco un invito a uscire.

La disperazione, il colorito pallido, l’occhio velato. Infine l’atroce verità: biglietti perdenti entrambi, nulla di fatto.

Come al solito, come sempre, come nel 99,999999999999999% dei casi.

E come ogni giorno da vent’anni, stasera si ripunterà la sveglia alle 7.