“E va bene, se vuoi andare vai. Ma mi raccomando torna in tempo per cucinare. Oggi ho comprato le costardelle. Mi custaru 9 euru o chilu!”
Soltanto un ammonimento, un benevolo invito a rispettare le tradizioni e le abitudini familiari.
Solo una cosa ti chiedo: tornare in tempo per cucinare.
Per il resto, amore, puoi andare.
È con queste parole, con questa concessione umana e comprensiva, che un 58enne reggino sta in queste ore assurgendo agli onori delle cronache regionali.
Un uomo buono, moderno e tollerante che concede alla moglie di partecipare alla Marcia contro la violenza sulle donne in programma oggi in città.
Una storia che sta letteralmente commuovendo e facendo innamorare migliaia di donne calabresi.
“Fosse anche mio marito come lui”, sospirano alla finestra, costrette a casa dai lavori domestici.
Montagne di vestiti da stirare, il pranzo e la cena da preparare, la casa da rimettere a posto, mentre lei – invece lei – ha ottenuto il permesso di andare.
“Com’è umano lei…” direbbe il nostro amato Ugo Fantozzi.
E che bella coppia, che armonia, che unione, che sentimento!
Parte, forse, da qui la storia dell’emancipazione femminile in Calabria? Da questo permesso accordato nonostante tutto?
Sicuramente è un passo, i maligni diranno un piccolo passo. Di certo è un bell’esempio, un comportamento da emulare.
Sì, vai alla Marcia contro la violenza sulle donne. Te lo concedo…
Si vo’ iri vai, basta non mi ti sentu ‘cchiù.
E non fare tardi, sennò dopo facimu i cunti. Detto così, in modo ambiguo, a mezza bocca sul finale.