Ci sono favole moderne che finiscono male.
Ci sono frasi fatte, aforismi, che se applicati alla lettera possono avere conseguenze nefaste.
‘Siediti sulla riva del fiume e aspetta il cadavere del tuo nemico’.
Un inno alla calma, alla tranquillità serafica, alla lungimiranza.
Uni degli aforismi più condivisi di sempre.
Non reagire d’istinto, ma aspetta pazientemente. Hai perso una battaglia, ma il vincitore della guerra sarai tu.
Tutto molto bello, tutto molto zen, tutto molto poetico.
Se non fosse che invece del fiume placido e limpido, tu decida di sederti accanto ad una fiumara calabrese.
Non il massimo della pulizia in tempo di pace, figurarsi durante un’emergenza rifiuti.
Ed ecco che una decisione saggia, diventa d’un tratto una follia.
E che aspettando il cadavere del tuo nemico, finisci nel frattempo per trapassare tu di colera.
Colpa di un fiume stracolmo di rifiuti, dei suoi effluvi che ti causano una malattia infettiva, di un’emergenza sanitaria ormai acclarata.
Succede a Reggio Calabria, città dove non è conveniente attendere il cadavere del proprio nemico sulle rive del fiume.
Luogo dove ti puoi ammalare nell’attesa.
E morire tu, mentre aspetti, di colera o altre infezioni ugualmente letali.
Una storia di pazienza senza lieto fine.
Perché anche di pazienza si muore, specia quando permetti tutto questo: