“Ho fatto domanda sei mesi fa, avevo fatto test scritti e colloqui e ieri mi hanno chiamato per firmare il contratto!”
È ancora incredulo Maurizio P., le mani gli tremano per l’emozione.
“Spero non sia tutto uno scherzo, spero nessun raccomandato cui ho preso il posto si arrabbi!”
Fare domanda in una partecipata della Regione Calabria, essere convocato per i test scritti e orali, e dopo qualche mese ricevere una proposta di assunzione.
Il tutto tassativamente senza conoscere nessuno.
Già, perché succede anche questo in Calabria nell’Anno Domini 2018.
Nell’indifferenza generale di una regione ormai anestetizzata e insensibile alle storie a lieto fine.
“Mio padre era carpentiere e mia madre maestra d’asilo, in un asilo privato eh. Giuro che non conosco nessuno!”
Mette le mani avanti, Maurizio, e fa bene a specificarlo e mettersi sulla difensiva: storie come la sua non accadono tutti i giorni.
“Ho visto un avviso sul sito della Regione, sono disoccupato da ormai 4 anni dopo una laurea in Giurisprudenza e decine di tirocini non pagati. Per cui mi sono detto: ma sì, proviamoci, cosa ho da perdere? Ed invece, eccomi qui.”
Una storia, dicevamo, che ha dell’incredibile: essere assunto in un posto para-pubblico senza raccomandazioni.
Senza essere figlio di o aver garantito un pacchetto di almeno 200 voti a nessun politico.
“Nessun amico, nessun parente, nessun voto di scambio. Ho soltanto i titoli e l’esperienza lavorativa per accedere al posto. Vi sembrerà assurdo, ma è così”, ci tiene ancora una volta a sottolinearlo, Maurizio.
Una mosca bianca all’interno di un ambiente di lavoro che non sarà certo favorevole per lui, viste le premesse.
“So che probabilmente i miei colleghi mi odieranno, additandomi come l’unico non raccomandato. Penseranno che ho grilli per la testa, ma vi dirò di più: ho voglia di lavorare e mettermi in gioco, crescere professionalmente e giocarmi tutte le mie carte”.
Un temerario, insomma, Maurizio.
Un’esagerazione forse quest’ultima, dalla quale anche noi ci teniamo a prendere le distanze.