Trasferirsi a Roma e a Milano per studio o per lavoro e continuare a frequentare con calabresi.

Come farsi la doccia e rimettersi gli stessi vestiti, un’abitudine dura a morire tra i fuorisede.

Si va a vivere a Bologna o a Brescia e si continua ad uscire con corregionali. Persone che magari giù non cacheresti di striscio, diventano al nord migliori amici e compagni di merende.

Ci si vede, specie il fine settimana e immancabilmente si parla…di Calabria.

Si è sposato Francesco, Alessia si è lasciata, Fabio è andato a vivere a Londra, se potessi tornerei a vivere giù. Come si sta bene in Calabria, ma che dici non tornerei manco pagato!

E così, tra pettegolezzi e luoghi comuni, è passata un’altra domenica.

Ma stavolta no, stavolta è accaduto l’inaspettato. Sì, è successo che una comitiva di fuorisede calabresi a Roma si è incontrata per un pranzo insieme e non si è ritrovata, dopo i classici dieci minuti di convenevoli, a parlare di Calabria.

Pazzesco!

Politica internazionale, considerazioni sulla politica romana, aneddoti della settimana lavorativa appena passata. Assurdo: un gruppo di (ormai) cittadini romani che parlano della loro vita a Roma.

Con buona pace degli amici storici di giù e dei progetti di riconquista della Calabria.

Se sia un primo passo verso l’emancipazione o un puro caso lo scopriremo presto e non mancheremo di aggiornarvi.