Estendere il tampone al maggior numero di persone possibili, per individuare gli asintomatici e metterli in isolamento provando a limitare i contagi.
La comunità scientifica – e la classe politica – stanno iniziando a prendere coscienza che è solo quarantenizzando i portatori sani, siano essi medici o civili, sarà possibile far finalmente scendere la curva della pandemia di Covid-19.
Ma come fare ad allargare la platea degli analizzati senza dissanguare le casse dello Stato e senza mandare ulteriormente in affanno i laboratori clinici?
La soluzione, stavolta, potrebbe venire dalla Calabria, nello specifico dalle nonne calabresi.
Chi vive al sud lo sa, uno dei metodi più affidabili per testare la temperatura corporea è…il bacio sulla fronte di nonna.
L’anziana di casa che, ancora prima del termometro, ti diceva se avevi la febbre oppure no.
Basta una leggera pressione con le labbra sulla fronte del potenziale ammalato, per ottenere con certezza scientifica il responso medico.
Lo sapeva la nonna se bruciavi, e quindi avevi la febbre.
Lo sa ancora.
Un metodo brevettato con un’affidabilità del 100%.
Loro lo capiscono subito se la tua temperatura corporea supera i 37 gradi.
Questione di escursione termica, di acutissima sensibilità labiale e – ovviamente – di intuito.
“Non ha nenti! Iasiti e vai a scola!”
Quante volte hanno rovinato i nostri piani di marinare la scuola?
Ed è così che per misurare la febbre, ovvero uno dei primi sintomi del Coronavirus, in attesa che le Regiomi e la comunità scientifica si mettano d’accordo, potrebbero scendere in campo le nonne calabresi.