L’estate è finita e per molti giovani fuorisede è già arrivato il momento del triste abbandono della Calabria natia, alla ricerca di fortuna nelle grandi città italiane.
Tra questi anche il ‘povero’ F.I., venticinquenne di Badolato con sogni da programmatore di successo a Milano. La capitale industriale d’Italia, il luogo che muove il Paese, il paradiso della comunicazione digitale.
Eppure, F.I., prima di iniziare una nuova giornata di studio intenso e ambizioso, avvertiva proprio il bisogno di una bella ‘Brasilena’, la famosa bevanda al gusto di caffè prodotta in Calabria: un gusto unico per tenere nel cuore un pezzetto di quella casa che tanto gli mancava.
Entrato allora in un piccolo bar della periferia milanese, F.I. chiedeva cortesemente al barista una ‘Brasilena’, certo che l’uomo avesse a disposizione la nota bibita.
Il barista, senza scomporsi, rivolgeva al giovane qualche occhiata ammiccante e digitava prontamente un numero di cellulare che aveva segnato su un post-it nei pressi del bancone.
F.I. non riusciva a comprendere l’inatteso comportamento dell’uomo e, quasi rassegnato, stava decidendo di andar via.
All’improvviso nel locale faceva il suo ingresso tal ‘Marcelina’, all’anagrafe José Roberto da Silva Júnior, trans molto noto negli ambienti più sordidi del capoluogo meneghino.
Il barista allora, guardando compiaciuto F.I., così gli intimava:“Hai voluto la brasilena, eccoti servito!”
Marcelina abbracciava subito calorosamente F.I. e, trascinandolo nel retro del locale, lì abusava impunemente di lui al grido di “Romario, Romario”.
Il coinquilino di F.I., vedendolo tornare a tarda notte con un andamento a dir poco incerto, decideva di chiamare l’ambulanza e il giovane veniva prontamente ricoverato in ospedale.
Prognosi chiarissima: venti giorni di riposo assoluto e divieto di ingerire cibi piccanti per non irritare le parti già sollecitate da Marcelina.
Calabresi, attenti quindi a chiedere una Brasilena al di là del valico di Laino Borgo! Potreste essere coinvolti in un focoso amplesso non certo gradevole…Anche riflettendoci a posteriori.