Si è concluso con una risata liberatoria quello che poteva diventare uno dei fatti di cronaca più singolari dell’estate calabrese.
Protagonista un trentenne reggino che dalle 9 di ieri mattina aveva fatto perdere le sue tracce.
“Vado a mare a Scilla”, era stato l’ultimo messaggio inviato nella chat con gli amici.
Un itinerario normale, una strada percorsa mille volte.
La partenza all’alba per trovare parcheggio, il telo a pochi passi dalla riva e dopo la consueta foto da postare sui social.
Tutto come al solito, tranne quest’ultimo passaggio.
Già, perché il ragazzo ha pensato bene di non condividere nessuna immagine del fantastico skyline scillese.
È stato allora che gli amici, insospettiti dal comportamento, hanno dato l’allarme.
Eh sì, vai a Scilla e non posti neanche una foto della spiaggia e del castello?!
Come minimo ti devi essere sentito male o sei finito disperso in mare.
Per fortuna niente di tutto questo.
Raggiunto a riva dagli uomini della Guardia Costiera, il trentenne ha dato una spiegazione al suo insolito atteggiamento.
“Avevo il cellulare scarico. Ho dimenticato di metterlo in carica stanotte e si è spento non appena sono arrivato in spiaggia”.
Una storia che finisce con un lieto fine, insomma.
Nessun colpo di calore né un allontanamento volontario, solo una batteria scarica alla base dell’allarme.
Messo sotto carica il cellulare in un lido, il giovane è poi riuscito in serata a postare una foto con la didascalia “Quando il rumore del mare supera quello dei pensieri, allora sei nel posto giusto”, che fa vinto il ballottaggio con “Lasciatemi qui” e “Dimmi che sei a Scilla senza dirmi che sei a Scilla”.
Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene!